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Rusco linguacciuto

{ϱ6} Puhpowee

Il mio primo assaggio della lingua mancante è stata la parola Puhpowee. Mi ci sono imbattuta in un libro dell’etnobotanico Anishinaabe Keewaydinoquay, in un trattato sugli usi tradizionali dei funghi da parte della nostra gente. Puhpowee, ha spiegato, si traduce come “la forza che fa spuntare i funghi dalla terra durante la notte”. Come biologa, sono rimasta sbalordita dall’esistenza di una parola del genere.
In tutto il suo vocabolario tecnico, la scienza occidentale non ha un termine simile, non ha parole che contengano questo mistero. Si penserebbe che chi si occupa di biologia, tra tutte le persone, abbia parole per la vita. Ma nel linguaggio scientifico la terminologia è usata per definire i confini del nostro sapere. Ciò che sta oltre la nostra portata rimane senza nome.
Nelle tre sillabe di questa nuova parola ho intravisto un intero processo di osservazione ravvicinata nei boschi umidi del mattino, la formulazione di una teoria per la quale l’inglese non ha equivalenti. Chi ha creato questa parola ha compreso un mondo vivente, pieno di energie invisibili che animano ogni cosa. L’ho adorata per molti anni, come un talismano, e desideravo ardentemente incontrare le persone che hanno dato un nome alla forza vitale dei funghi. La lingua che contiene Puhpowee è quella che volevo parlare. Così, quando ho appreso che la parola per sorgere, per comparire, apparteneva alla lingua dei miei antenati, è diventata per me un’indicazione.

Fonte: Robin Wall Kimmerer, Braiding Sweetgrass: Indigenous Wisdom, Scientific Knowledge and the Teachings of Plants, Milkweed Editions (2013)
Tradotto liberamente

Approfondimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=2YuB1iU6DQI&ab_channel=TheOnBeingProject

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